lunedì 21 ottobre 2013

Una sera con i Darkage e i Wait Hell In Pain!

Report:Daniele Crescenzi
Foto:Guglielmo Spagnoletto
All’Alvarado Street di via Attilio Mori al Pigneto, lo scorso 17 ottobre è stata la volta dei Wait Hell In Pain e dei Darkage. Due band uguali e diverse allo stesso tempo: i Darkage si rifanno un po’ allo stile metal anni ’80 di gruppi come i Metallica, i Wait Hell In Pain fanno una musica più in linea con le nuove tendenze che uniscono le classiche sonorità dell’ heavy metal con il post-punk e le ambientazioni più oscure tipiche del gothic metal e del doom. Il loro è uno stile che amano identificare come WHIP Metal, ovvero una fusion di varie influenze che vanno dall’ hard rock al progressive, reso unico anche dalle diverse esperienze musicali di provenienza dei vari elementi. 
La serata dell’ Alvarado apre con l’esibizione dei Darkage. Quattro ragazzi ben determinati che rispondono ai nomi di Domenico Sepe (voce), Domenico Cannatà (basso), Gianluca Polito (batteria) e Dario Laurenzi (chitarra). Dicevamo di loro che hanno uno uno stile di suonare che si rifà interamente al thrash di gruppi come i Metallica ma anche come i  Megadeth ed Anthrax, ovvero il top del thrash metal. 
 Tecnicismi strumentali ed aggressività, uniti ad un certo effetto distorto e alla velocità di esecuzione … tutti i brani che vengono eseguiti paiono strizzare l’occhio ad opere rock immense come  il mastodontico "Master of Puppets" dei Metallica, oppure  "Overkill" dei Motörhead o anche "Nevermind" dei Nirvana. Tra i pezzi di rilievo della loro performance, ci sono particolarmente piaciuti “Creature Of The Night”, “The Dog”(brano scherzosamente dedicato al cane del batterista Gianluca Polito), “Raw” e “The Bells”(con un testo rivisitato di un’opera di Edgar Allan Poe).
“The Bells” è un pezzo che si distingue un po’ dagli altri per essere più tendente all’hard rock, “The Dog” è sicuramente il brano più “cattivo” caratterizzato da riff molto veloci e repentine improvvisazioni che scardinano ritmo e sequenza musicale. Quasi una rapsodia in stile metal, dove la voce di Domenico Sepe si impone in maniera più autoritaria che mai. Un’esibizione di tutto rispetto. I Wait Hell In Pain seguono subito dopo.
 Di loro c’è poco da dire, in quanto abbiamo quasi detto tutto, avendoli spesso seguiti e ammirati in varie occasioni. Sono bravi, certamente. Coinvolgenti senza ombra di dubbio. Ma in questa particolare serata hanno saputo essere anche divertenti. Complice anche un insolito spettatore: Mauro Fiore batterista degli Inverso. 
Compagno di “squadra” del bassista Damir Rapone ne Il Branco (cover band dei Negrita) è stato protagonista a suo modo della serata con i W.H.I.P. che non hanno mancato di dedicargli un bis di “Mother” con Stefano Prejanò e Ludovico Luce che scendono dal palco e gli si dirigono incontro suonando un “quasi solo per lui” l’assolo su scale diverse delle due chitarre che caratterizza il brano. Anche per loro una serata in grande spolvero, dove hanno saputo dare il massimo come sempre. Tra i brani proposti del loro repertorio “Stolen Dream”, “Delirium”, “Behind The Mask”, una pregevole cover dei Muse (“Supermassive Black Hole”) resa unica dalla deliziosa voce di Kate Sale, dolce ed aggressiva allo stesso tempo e naturalmente “Forbidden” uno dei brani più apprezzati da chi li segue. Prossimo appuntamento con i W.H.I.P. è per Venerdì 25 ottobre 2013 al Defrag di via delle Isole Curzolane, 75 a Roma (zona Tufello) con loro sul palco ci saranno questa volta i Gegenschein. Come vi consigliamo sempre: NON PERDETEVELI!!!!

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