domenica 27 ottobre 2013

La festa dei Runaway al Nag's Head lo scorso 26 ottobre.

Report: Daniele Crescenzi
Foto: Guglielmo Spagnoletto
I Runaway sono una tribute band di John Bon Jovi e della sua band. La band si compone di Carlo Catelli alla voce, Ilaria Cafarelli ai cori, Paolo Castellani alle tastiere, Stefano Mastrangeli alla chitarra, Rodolfo Valeri al basso e Marco Armari alla batteria. I Runaway nascono a fine 2012 con l'intento di rendere un tributo al favoloso quartetto rock americano che vede, con spirito di squadra, rendendo ogni loro spettacolo un evento allegro e spensierato. Tutti i musicisti appartengono al circuito rock romano, ogni loro live, è un momento d'incontro anche tra le tante band di amici, che non fanno mai mancare il loro supporto. 
La sera del 26 ottobre al Nag's Head di Via 4 Novembre, ha confermato lo spirito di allegria e spensieratezza che li contraddistingue e di profondo legame con le altre realtà underground capitoline.
Una serata esplosiva, dove pian piano la band di è scaldata ed in progressione ha reso sempre di più, coinvolgendo un pubblico, che nel corso della serata è aumentato di numero, in maniera vistosa e si è sempre più reso protagonista insieme alla band, in uno spirito quasi di cameratismo.
Insomma grande euforia, tanto rock, tanta simpatia: questi sono i Runaway. Già dal secondo brano in scaletta "Born To Be My Baby", l'ambiente del Nag's Head ha iniziato ad infuocarsi. Il gruppo mette subito un pezzo da novanta della discografia dei Bon Jovi, per l'appunto "Runaway", brano il cui titolo è stato scelto dalla band come proprio nome. 
Scelto anche in quanto primo importante successo della band americana, nel lontano 1984 Il resto che viene a seguire è una carellata di successi: "You Give Love A Bad Name" con annesso inevitabile coro del pubblico, la bellissima"Amen", canzone molto intensa e riflessiva; senza dubbio il momento più intimo e di profonda dolcezza della serata. Una dedica speciale, ad una persona importante, in una serata particolare, molto particolare. Poi "Because We Can", con la quale si ritorna al grande rock. Si viaggia con Catelli e compagni verso le strade polverose dei deserti dell'Arizona con "Dry Country", pezzo americanissimo dei Bon Jovi, caratterizzato dalla lunga coda finale, che viene accompagnata dal pubblico. C'è anche un momento per far salire una piccola-grande fan dei Bon Jovi e anche dei Runaway, una loro amica, di nome Giorgia, che non poteva non completare la Sua festa di compleanno, se non con un intervento sul palco insieme ai suoi beniamini, per cantare insieme un brano di una canzone della mitica band del New Jersey. 
Arrivano "What About Now" e ancora "Hey God..." e ancora "I'll Be There for You!". La festa entra nel vivo, il cantante Catelli scende in mezzo al pubblico e la band e suoi spettatori diventano una cosa sola."Love Is The Only Rule" diventa quasi un ensemble, un brano corale, che Catelli canta con le persone sedute ai tavoli o in piedi a riempire il locale in maniera sempre più vistosa. Scendono in pista un po' tutti. Pure nei lati del locale, dove si manteneva gente in maniera più riservata, le inibizioni cadono e si canta a squarciagola insieme ai Runaway. E' una festa! La loro festa! Arriva finalmente " It's My Life" dal glorioso album "Crush" del 2000, poi "Wanted Dead or Alive" con il quale si ritorna un po' alle origini del sound dei Bon Jovi, ai primordi della loro carriera con l'album "Slippery When Wet"  dal quale viene estrapolato per la serata anche l'irrinunciabile e straordinaria "Livin' on a Prayer".
La chiusura, dopo "Always" (che tutti un po' non vedevano l'ora di cantarla) non poteva che essere affidata a "New Jersey", pietra miliare del rock e della discografia dei Bon Jovi, con "Bad Medicine", uno degli inni di questo gruppo.
Una serata davvero bella, dove si è visto davvero un vasto pubblico cantare e divertirsi a suon di rock. Gli stessi gestori del Nag's Head sono stati prodighi di complimenti, avendo ringraziato dalla console, pubblicamente il gruppo dei Runaway, inserito a loro dire "tra i quattro-cinque preferiti, di tutti quelli che hanno suonato live nel locale". Complimenti sentiti per l'energia che han saputo trasmettere ed il clima di goliardia che hanno instaurato con il pubblico.
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