sabato 21 dicembre 2013

“Tributi e Dintorni” lascia il segno!

Con “Tributi e Dintorni”  al Mahalia Incontrada è andata in scena una selezione di alcune delle migliori Tribute a Roma

Purple Age
Report:Daniele Crescenzi
Foto: Fabio Spagnoletto e Daniele Crescenzi
Tante band che in queste due settimane si sono confrontate sul palco live del Mahalia Incontrada di Via Ilia 12 a Roma. Lunedì 9 dicembre, si è tenuto il live dei Purple Age, una delle tribute storiche a Roma dei Deep Purple. La band è tornata a riunirsi dopo un lungo periodo di assenza dalle scene, durante il quale i vari elementi si sono dedicati ad altri progetti paralleli. Carlo Catelli, il cantante del gruppo, ha fondato e portato avanti il progetto Runaway, dedicato a Bon Jovi, che sta riscotendo notevole successo. Il bassista Leo Cuomo ha da tempo messo in piedi vari progetti molto particolari, come i Tabula Rasa, gruppo blues-folk che ripropone il meglio del blues d’annata o come i Black Rock, band tribute di Joe Bonamassa. Poi come non citare il chitarrista Marco Carpita, leader dei Morning Star (dedicati ai Blackmore’s Night ) e dei Gates Of Babylon (Rainbow Tribute). Insomma tanti progetti, molto interessanti. Ma i Purple Age, dopo oltre un anno di assenza, sembravano aver continuato a suonare ininterrottamente tra di loro per tutto questo tempo. 
Grande, grandissima armonia ed affiatamento ha permesso di rendere il concerto che segna un po’ il ritorno sulle scene, veramente un concerto di grande livello. Ottima performance, checché se ne dica, i Purple Age non hanno sfigurato, ed in occasione di “Tributi e Dintorni” al Mahalia Incontrada hanno saputo dare prova di essere sempre un gruppo eccezionale, sicuramente il uno dei migliori tributi in ambito  romano ai Deep Purple, di certo uno di quelli che riproduce i brani eseguendoli in maniera più simile possibili agli originali. Una questione di sound. Catelli è bravissimo come al solito, capace di acuti pazzeschi, data la sua ampia estensione vocale. 
Dai Purple Age non si poteva chiedere davvero di più: una delle più belle rivisitazioni di “Mistrated”, eseguita con pregevole pulizia del suono e affinità con il sound della versione originale. Bellissime anche le loro versioni di “Black Night” e “Burn”, due dei brani più amati dei Deep Purple. La scaletta ha visto ovviamente, l’imprescindibile presenza di “Smoke On The Water” e di “Highway Star”.

Dopo di loro è stata la volta dei Beyond The Rules. Composti da  Barbara Centrone alla voce, Carlo Buldrini alla chitarra solista,  Giovanni Vicomanni alla chitarra ritmica, Marcello Ceselli al basso e Francesco Galeotti alla batteria, i Beyond The Rules sono una tribute dei Guns 'N' Roses, molto particolare, avendo una voce femminile. Barbara sa mettere un tocco di femminilità in ogni brano, che viene riletto ed aggraziato, sia esso un brano dei Guns che del periodo di Slash solista (Snakepit e Velvet Revolver). Particolarmente sexy il ritornello di “Welcome To The Jungle”, molto più romantica dell’originale “Don’t Cry”. 
I Beyond fanno definitivamente centro con “Sweet Child O’ Mine” che originariamente parte per una voce femminile (si tratta di una cover dei Guns di un brano della cantante country texana Sheryl Crow), rifatta in una maniera egregia. Qualche purista tra i fan dei Guns’N’Roses, potrebbe storcere il naso per il modo in cui i brani vengono adattati in maniera totale alla voce di Barbara, come se fosse smontati e ricostruiti ad uso e consumo della sua voce. Ma è proprio questo che fa dei Beyond The Rules, una tribute molto particolare, sicuramente fuori dagli schemi, essendo una tribute band, con la capacità di mettere in mostra una personalità tutta sua.
Kate Sale, già voce delle Highway To Her e degli
W.H.I.P. esordisce con un inedito trio 
 La serata del 16 dicembre ha visto invece, un altro gradito ritorno live, quello de Il Branco.
 La tribute band dei Negrita, non ha saputo sfigurare a “Tributi e Dintorni”. Anticipati dalle esibizione dei Mind Trip, un quartetto ritmico - acustico votato al blues, che ha saputo riproporre in maniera eccellente, brani non facili di Amy Winehouse, Joss Stone e classici del blues, come una bellissima “I’m a Preacher Man”, ma anche da un trio acustico che ha visto Kate Sale (voce dei Wait Hell In Pain e delle Highway to Her), Damir Rapone (bassista de Il Branco e degli Wait Hell In Pain) e Fabiana Testa, chitarrista di altissimo livello, turnista d’eccezione, insegnante di chitarra  presso la scuola di Musica "Bb Music" di Roma, insomma virtuosa dello strumento, come si è avuto modo di vedere e di sentire; i ragazzi del Branco hanno dato vita ad uno spettacolo soft, con un’accurata selezione di brani, tra i più “calmi” del gruppo rock toscano.
 Tra i brani proposti “Radio Conga”, usata come apertura della loro esibizione, ma anche la bellissima “Ho imparato a volare” e “Magnolia” per un repertorio dei Negrita adatto ai più romantici e sognatori tra i fan del gruppo. 
 Il Branco ha avuto un periodo di sosta, anch’esso, dovuto agli impegni dei singoli componenti con altri progetti, anche per loro “Tributi e Dintorni” è stata una grande occasione per un ritorno sulle scene live dopo, lunghi mesi di assenza.
Il Branco
 Ed ora si riparte alla grande. “Tributi e Dintorni” chiude al Mahalia, lunedì 23 dicembre con l’ultima serata che vede protagonisti Calamity Blues, repertorio cover in chiave blues, funky, I Cattivi Propositi con la brava e simpaticissima Daniela Versino alla voce che interpreterà i migliori brani di Gary Moore. 
Saranno della partita anche gli Stolencar con un repertorio di brani originali e cover degli autori storici del rock'n'roll americano, da Elvis Presley, J.Lewis, J.Cash, J.Fogerty, Bruce Springsteen, diviso equamente tra "assalti" e "ballate" e a chiudere The Missing Chord(la corda mancante) con un repertorio indimenticabili canzoni rivisitate dal blues al pop al rock melodico.
               GALLERIA FOTOGRAFICA







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