giovedì 9 agosto 2012

RomaSuonaBene contro i tagli alla cultura


 Il  nostro blog si associa alla campagna di sensibilizzazione lanciata dal giornale britannico The Guardian, che ha deciso di mappare, con l’aiuto degli utenti di internet tutti i tagli nel settore della cultura in varie nazioni del mondo, nel nome dell’austerity per uscire dalla crisi. Cultura, scienza, scuola, università, ricerca, editoria, sono settori strategici della nostra civiltà, proteggere la cultura significa non solo conservare il nostro passato, ma fondare solide basi per il futuro delle nostre nuove generazioni. Eppure nel mondo, pare che il settore della cultura sia quello dove si tagli di più mettendo a rischio il patrimonio inestimabile di arte e sapere che ci hanno tramandato i nostri avi. Particolarmente tragica la situazione in Europa, dove più si rischia per i notevoli danni che questi tagli porteranno. Teatri, cinema, filarmoniche, compagnie teatrali, corpi di ballo, pinacoteche, orchestre, musei, botteghe dell’artigianato storico, sale da ballo, Università, biblioteche, gallerie d’arte, associazioni di artisti, case editrici, premi letterari, case discografiche, Ville e giardini Storici, scuole di musica, associazioni Pro Loco, Circoli ricreativi, accademie rischiano di scomparire. E con loro la base stessa della nostra civiltà. Possiamo anche noi contribuire affinché questo non avvenga. In Italia, la campagna lanciata dal Guardian viene portata avanti da La Stampa. Potete andare sul sito de La Stampa a questo indirizzo http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/464628/
Segnalate nell’apposito form l'effetto che i tagli alla cultura hanno avuto nella vostra città. Grazie al vostro contributo andremo a rendere sempre più dettagliata LA MAPPA DEI TAGLI a livello europeo per sensibilizzare più gente possibile a prendere coscienza della grave situazione, affinché  si possa invertire rotta. Si tratta di un serio problema anche lavorativo: il tagli dei fondi, comporta anche la riduzione di personale nelle strutture che operano nel settore. Quindi più disoccupazione, più povertà. Salviamo l’arte, salviamo, salviamo la cultura! Salveremo noi stessi.

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