Con “Tributi e Dintorni”
al Mahalia Incontrada è andata in scena una selezione di alcune delle
migliori Tribute a Roma
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Purple Age |
Report:Daniele Crescenzi
Foto: Fabio Spagnoletto e Daniele Crescenzi
Tante band che in queste due
settimane si sono confrontate sul palco live del Mahalia Incontrada di Via Ilia
12 a Roma. Lunedì 9 dicembre, si è tenuto il live dei Purple Age, una delle
tribute storiche a Roma dei Deep Purple. La band è tornata a riunirsi dopo un
lungo periodo di assenza dalle scene, durante il quale i vari elementi si sono
dedicati ad altri progetti paralleli. Carlo Catelli, il cantante del gruppo, ha
fondato e portato avanti il progetto Runaway, dedicato a Bon Jovi, che sta
riscotendo notevole successo. Il bassista Leo Cuomo ha da tempo messo in piedi
vari progetti molto particolari, come i Tabula Rasa, gruppo blues-folk che
ripropone il meglio del blues d’annata o come i Black Rock, band tribute di Joe
Bonamassa. Poi come non citare il chitarrista Marco Carpita, leader dei Morning
Star (dedicati ai Blackmore’s Night ) e dei Gates Of Babylon (Rainbow Tribute).
Insomma tanti progetti, molto interessanti. Ma i Purple Age, dopo oltre un anno
di assenza, sembravano aver continuato a suonare ininterrottamente tra di loro
per tutto questo tempo.
Grande, grandissima armonia ed affiatamento ha permesso
di rendere il concerto che segna un po’ il ritorno sulle scene, veramente un
concerto di grande livello. Ottima performance, checché se ne dica, i Purple
Age non hanno sfigurato, ed in occasione di “Tributi e Dintorni” al Mahalia Incontrada
hanno saputo dare prova di essere sempre un gruppo eccezionale, sicuramente il
uno dei migliori tributi in ambito
romano ai Deep Purple, di certo uno di quelli che riproduce i brani
eseguendoli in maniera più simile possibili agli originali. Una questione di
sound. Catelli è bravissimo come al solito, capace di acuti pazzeschi, data la
sua ampia estensione vocale.
Dai Purple Age non si poteva chiedere davvero di
più: una delle più belle rivisitazioni di “Mistrated”, eseguita con pregevole
pulizia del suono e affinità con il sound della versione originale. Bellissime
anche le loro versioni di “Black Night” e “Burn”, due dei brani più amati dei
Deep Purple. La scaletta ha visto ovviamente, l’imprescindibile presenza di
“Smoke On The Water” e di “Highway Star”.
Dopo di loro è stata la volta dei Beyond The Rules.
Composti da Barbara Centrone alla voce, Carlo Buldrini
alla chitarra solista, Giovanni
Vicomanni alla chitarra ritmica, Marcello Ceselli al basso e Francesco Galeotti
alla batteria, i Beyond The Rules sono una tribute dei Guns 'N' Roses, molto
particolare, avendo una voce femminile. Barbara sa mettere un tocco di
femminilità in ogni brano, che viene riletto ed aggraziato, sia esso un brano
dei Guns che del periodo di Slash solista (Snakepit e Velvet Revolver).
Particolarmente sexy il ritornello di “Welcome To The Jungle”, molto più
romantica dell’originale “Don’t Cry”.
I Beyond fanno definitivamente centro con
“Sweet Child O’ Mine” che originariamente parte per una voce femminile (si
tratta di una cover dei Guns di un brano della cantante country texana Sheryl
Crow), rifatta in una maniera egregia. Qualche purista tra i fan dei
Guns’N’Roses, potrebbe storcere il naso per il modo in cui i brani vengono
adattati in maniera totale alla voce di Barbara, come se fosse smontati e
ricostruiti ad uso e consumo della sua voce. Ma è proprio questo che fa dei
Beyond The Rules, una tribute molto particolare, sicuramente fuori dagli
schemi, essendo una tribute band, con la capacità di mettere in mostra una personalità
tutta sua.
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Kate Sale, già voce delle Highway To Her e degli W.H.I.P. esordisce con un inedito trio |
La serata del 16 dicembre ha visto invece, un altro gradito ritorno
live, quello de Il Branco.
La tribute band dei Negrita, non ha saputo sfigurare
a “Tributi e Dintorni”. Anticipati dalle esibizione dei Mind Trip, un quartetto
ritmico - acustico votato al blues, che ha saputo riproporre in maniera
eccellente, brani non facili di Amy Winehouse, Joss Stone e classici del blues,
come una bellissima “I’m a Preacher Man”, ma anche da un trio acustico che ha
visto Kate Sale (voce dei Wait Hell In Pain e delle Highway to Her), Damir
Rapone (bassista de Il Branco e degli Wait Hell In Pain) e Fabiana Testa,
chitarrista di altissimo livello, turnista d’eccezione, insegnante di
chitarra presso la scuola di Musica
"Bb Music" di Roma, insomma virtuosa dello strumento, come si è avuto
modo di vedere e di sentire; i ragazzi del Branco hanno dato vita ad uno
spettacolo soft, con un’accurata selezione di brani, tra i più “calmi” del
gruppo rock toscano.
Tra i brani proposti “Radio Conga”, usata come apertura
della loro esibizione, ma anche la bellissima “Ho imparato a volare” e
“Magnolia” per un repertorio dei Negrita adatto ai più romantici e sognatori
tra i fan del gruppo.
Il Branco ha avuto
un periodo di sosta, anch’esso, dovuto agli impegni dei singoli componenti con
altri progetti, anche per loro “Tributi e Dintorni” è stata una grande
occasione per un ritorno sulle scene live dopo, lunghi mesi di assenza.
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Il Branco |
Ed ora
si riparte alla grande. “Tributi e Dintorni” chiude al Mahalia, lunedì 23
dicembre con l’ultima serata che vede protagonisti Calamity Blues, repertorio
cover in chiave blues, funky, I Cattivi Propositi con la brava e simpaticissima
Daniela Versino alla voce che interpreterà i migliori brani di Gary Moore.
Saranno della partita anche gli Stolencar con un repertorio di brani originali
e cover degli autori storici del rock'n'roll americano, da Elvis Presley,
J.Lewis, J.Cash, J.Fogerty, Bruce Springsteen, diviso equamente tra
"assalti" e "ballate" e a chiudere The Missing Chord(la
corda mancante) con un repertorio indimenticabili canzoni rivisitate dal blues
al pop al rock melodico.
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